Vi è mai capitato di assistere a scenette familiari in qualche negozio o centro commerciale?
Qualche giorno fa è toccato a noi essere protagonisti di un memorabile siparietto...
Siamo andati con nostra figlia in un negozio di giocattoli per acquistare un regalo e forse lo abbiamo fatto con un po' di leggerezza.
All'inizio siamo riusciti a curiosare tra gli scaffali in tranquillità, divertiti per lo stupore di Maya in mezzo a tutti quei giochi. Poco prima di uscire, la sua attenzione è stata catturata da un pupazzo: lo ha preso in braccio e ci ha fatto capire in tutti i modi che lo avrebbe voluto portare a casa. Sul momento abbiamo sottovalutato la sua richiesta e siamo usciti dal negozio pensando che, come è già successo in altre occasioni, accettasse il nostro "no" senza problemi.
In realtà, appena fuori dal negozio, la sua reazione ci ha spiazzati. Non era mai capitato che scoppiasse in un pianto disperato ed inconsolabile per una situazione di questo tipo. Si sa che in quei momenti non c'è molto tempo per riflettere e ragionare sul da farsi: lei che piange, tu che cerchi di consolarla in tutti i modi senza alcun risultato, la gente che ti osserva...
Saliti in macchina Maya ha smesso di piangere ma era visibilmente triste e rassegnata. Si limitava solo a nominare il pupazzo. Anche in questo caso dobbiamo dire che ci ha aiutati la nostra buona intesa e complicità: è bastato un breve scambio di battute per renderci conto che, in fin dei conti, avevamo creato noi quella situazione, portandola in quel negozio. Ce ne siamo assunti la responsabilità e siamo rientrati a comprare quel pupazzo.
Solo la sera a casa, in tutta calma, ci siamo presi il tempo per confrontarci e riflettere sull' accaduto.
Il primo passo è stato quello di metterci nei panni di nostra figlia e interrogarci.
Come ci saremmo sentiti al suo posto se, per esempio, ci avessero portati in un ristorante pieno di piatti prelibati e appetitosi ma con la regola di guardare e non toccare e soprattutto, non assaggiare! Probabilmente ci saremmo sentiti frustrati, forse anche confusi oltre che delusi. Perché portarci in questo posto se non possiamo goderne o toglierci alcuna soddisfazione?
Perché portarla nel Paese dei Balocchi con la pretesa che non abbia alcuna tentazione?
Sicuramente se quel pomeriggio non avessimo portato Maya in quel negozio non le sarebbe mai venuto in mente quel pupazzo. Si sa, i negozi, i centri commerciali, creano bisogni spesso illusori e fittizi che facciamo fatica a gestire con razionalità e consapevolezza. Figuriamoci una bambina di due anni.
Quindi, lontanissimo da noi il pensiero di aver ceduto ad un suo capriccio, di aver fallito nel nostro compito di genitori autorevoli, di averla viziata o accontentata.
Al contrario, siamo contenti di non averle creato una frustrazione e di averla resa felice.
Oggi, dopo aver lasciato Maya dai nonni, siamo tornati in quel negozio per prendere il regalo che poi non avevamo più acquistato. Siamo entrati con occhi diversi e abbiamo osservato le famiglie con bambini che, come noi la volta precedente, erano parte di quei meccanismi e di quelle dinamiche che si innescano inevitabilmente in situazioni di questo tipo. Bambini che piangono, genitori che si innervosiscono. Valutazione superficiale più diffusa? Bambini capricciosi e genitori incapaci di gestirli.
Probabilmente, quando Maya avrà qualche anno in più, sarà possibile tornare in quel negozio insieme. Per ora non è necessario.
Ci è servito fermarci a riflettere su questo episodio, apparentemente banale, per raggiungere questa consapevolezza.
Crediamo che non si possa essere intrransigenti a priori. Ogni situazione andrebbe contestualizzata e, se possibile, analizzata. Questo perché crediamo che la fiducia si guadagni con l'autorevolezza e non con l'autorità.
Crediamo che si debba aspirare al concetto di mediazione, più che a quello di compromesso. Ovviamente laddove mediare significhi trovare gli strumenti adeguati per farsi comprendere e per comprendere l'altro. Nella misura in cui ci si sente reciprocamente ascoltati e capiti si può pensare di arrivare alle stesse conclusioni ed accettarle. Certo con una bambina di due anni bisogna trovare gli strumenti adatti per comunicare. In effetti può sembrare assurdo e paradossale, ma abbiamo già avuto prova del fatto che se in alcune situazioni diciamo "no" a nostra figlia dandole una valida motivazione o, quando possibile, creandole un alternativa, lei è facilitata nell'accettare quel "no" con serenità. Dal momento che in situazioni precedenti ha già sperimentato che quando possibile le diciamo "sì", non c'è bisogno di arrivare alla sfida, alla lotta e alla competizione,
Conclusione: se quel giorno non avessimo comprato quel pupazzo a nostra figlia, la sera in seguito alle nostre riflessioni, ci saremmo pentiti. Ci saremmo sentiti due genitori così presi dal ruolo di "educatori che non devono cedere", da perdersi l'opportunità di farla contenta con poco.
Andrea, Elisabetta
Genitori-Consapevoli
2 commenti:
Che bellissimo post..
Davvero tocca il cuore e infonde fiducia in noi stessi.
Mi è capitato la stessa cosa, in un momento diverso e senza pensarci troppo decisi di comprare alla mia bambina quella cosa che tanto desiderava, nel mio caso un ghiacciolo a novembre.
Alla fine, l'avevo portata io a trovare la signora Elena che vende Gelati e Surgelati nel paese dove abito e prima di conoscere lei come persona, la mia Maya conosce quel luogo come albergo per gelati e ghiaccioli.
Non si può dire Si ad ogni cosa, ma se l'esigenza del momento e la giusta dose di equilibrio ci permette di farci immediatamente un'esame di coscienza è giusto, come dite alla fine..
Siamo più felici ad aver accontentato per una volta nostra figlia che continuare a fare i 'Bacchettoni', a volte è così duro che la dolcezza di un gesto piccolo ma intenso copre le responsabilità di una vita.
Grazie Marusca!!
Fantastico il ghiacciolo a novembre... ;)
I nostri figli a volte ci mettono a dura prova, ma nella misura in cui sappiamo cogliere l'opportunità per metterci in discussione e trovare un buon equilibrio, allora i risultati sono davvero gratificanti!!
Un abbraccio!
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