Svezzamento

Abbiamo sempre associato la parola svezzamento alla parola distacco. Proprio per questo motivo abbiamo deciso di non seguire le tempistiche e le diete suggerite dal pediatra.
Per quanto riguarda il nutrimento e l’alimentazione, abbiamo fin da subito seguito il nostro buon senso e soprattutto ascoltato la nostra bambina.
Maya oggi ha 16 mesi e viene ancora allattata.
Intorno ai sei mesi abbiamo provato a farle assaggiare la frutta, ma era chiaro che a lei non interessasse minimamente, oltre che non gradirne il sapore e la consistenza.
Quindi non abbiamo insistito e semplicemente abbiamo dato ascolto alla sua curiosità verso alcuni cibi. Primo fra tutti il cous cous con le verdure.
Manipolando, schiacciando e infine portando il cibo alla bocca, ha potuto iniziare a conoscere nuovi sapori.
Da quel momento abbiamo continuato a farle provare cibi a cui sembrava interessata ma ci siamo resi conto fin da subito che la sua non era fame ma pura curiosità. Il suo bisogno di essere nutrita ha continuato ad essere legato al latte della mamma. Solo ora, che Maya ha 16 mesi, comincia a mangiare volentieri e con gusto praticamente tutto.
Non abbiamo mai seguito menù particolari però abbiamo sempre cercato di fare attenzione a seguire un’alimentazione il più possibile sana ed equilibrata.
La carne l’ ha assaggiata da poco e non sembra andarne matta (però adora il prosciutto cotto). Noi stessi non mangiamo spesso carne, ma ci è sembrato giusto farle conoscere ed assaggiare più o meno tutti i cibi: tante zuppe, passato di verdura (il suo piatto preferito), vellutate di zucca o piselli con cereali o il miglio (molto nutriente e ottima alternativa alla solita pastina).
Per il resto piatti molto semplici ma saporiti. Non abbiamo mai utilizzato bilancia o dosatori, bensì mettiamo nel suo piatto la quantità di cibo che ci sembra sufficiente e al massimo ne aggiungiamo se ne desidera ancora.
Nelle giornate più difficili e nei periodi più impegnati, non siamo troppo esigenti o severi con noi stessi e ci concediamo di ordinare pizza a domicilio o di scaldare qualche hamburger di soia. Questo perché non sempre è possibile essere diligenti e precisi nella preparazione di ogni pasto. Ovviamente non sono abitudini quotidiane ma situazioni eccezionali.
Purtroppo i ritmi frenetici di oggi impongono di scegliere o una cosa o l’altra. Cucinare piatti sani e nutrienti richiede tempo ed organizzazione e non sempre questo è possibile (almeno per noi).
La libertà lasciata a nostra figlia di mangiare quello che le va, che le piace e nella quantità che preferisce, l’abbiamo applicata anche nella gestione dei tempi al momento del pasto.
Certo non l’ abbiamo mai inseguita per casa con il cucchiaino per farla mangiare, o seduta davanti alla tv per distrarla e convincerla ad assaggiare qualcosa. Crediamo sia assolutamente in grado di gestire il suo appetito. Se a pranzo non mangia nulla, vuol dire che in quel momento non le va. Si rifarà con la merenda o con la cena, o magari semplicemente non è in forma. In fondo capita anche a noi. Ovviamente in questi casi la lasciamo libera e non le imponiamo certo di stare a tavola finchè non si ha finito di mangiare.
Crediamo che ci sarà tutto il tempo per imparare le buone regole di bon ton e galateo. Ma crediamo anche che, come non ci sia bisogno di insegnare a mangiare (essendo un’ azione naturale come respirare o dormire e che quindi si apprende da sé), non ci sia nemmeno bisogno di insegnare come ci si debba comportare durante i pasti.

Andrea, Elisabetta
Genitori-Consapevoli

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