Allattamento

(immagine presa da web)

 “Il tuo capezzolo non va bene! Non credo potrai allattare.”
All’infermiera del nido che in ospedale ci disse questa frase vorremmo far sapere che oggi la nostra piccola ha 16 mesi, gode di ottima salute e la stiamo ancora allattando.
Per due genitori che con umiltà e impegno hanno tutta la voglia di mettersi in gioco, è importante sapere che possono fidarsi profondamente di se stessi e soprattutto della propria piccola.
Hanno bisogno di essere rassicurati sul fatto che tenere in braccio o nella fascia la propria bimba, tenerla nel lettone, non causa vizi o capricci futuri. Si ha bisogno di sentirsi dire che dandole tutto l’amore, le coccole, il calore e la protezione di cui si è capaci, non si commette certo un errore.
Il primo mese è stato davvero duro ma, col senno di poi, ci rendiamo conto che se fossimo stati più informati e preparati, probabilmente avremmo evitato alcuni piccoli errori che hanno reso difficoltoso l’inizio dell’allattamento.
Può essere utile nei primi periodi rivolgersi ad una ostetrica competente, preparata e soprattutto aggiornata, per essere rassicurati e supportati.
Rassicurati sul fatto che il latte della mamma va benissimo e che non può succedere che non sia nutriente. Essere rassicurati sul fatto che se il bambino non aumenta di peso, anche per due settimane, non succede nulla. Probabilmente non è aumentato di peso ma si è allungato.
La preoccupazione può nascere nel caso in cui dovesse esserci un calo evidente ed importante (non un calo lieve dovuto per esempio ad un’ influenza).
La nostra bambina è di costituzione magra, proprio come il suo papà, eppure più di una volta ci hanno detto che qualcosa non andava. Addirittura che sarebbe stato meglio far analizzare il latte della mamma.
Certo non ha aiutato il fatto che alcune persone vicine abbiano riversato su di noi  le loro ansie e paure. Non è stato semplice far comprendere che non tutti i bambini pesano allo stesso modo, perché ogni bambino è diverso da un altro, così come ogni adulto è diverso da un altro adulto. Siamo certi che nessuno di voi pesi allo stesso modo dei propri coetanei, non tutti rientriamo negli standard di tabelle e grafici. Eppure anche il pediatra, in una visita di controllo del quarto mese, ha messo in dubbio la qualità del latte solo perché nostra figlia non rientrava nella “curva di crescita”.
In natura l’apprendimento dell’allattamento avviene spontaneamente.
Da sempre le donne allattano senza l’aiuto di libri o corsi, ma va considerato il fatto che in passato allattare era la normalità. Quindi ogni donna nasceva e cresceva in questo contesto. Oggi a molte madri manca un apprendimento perché mancano le opportunità di osservazione.
Se ci fossero più occasioni di osservare e, quindi, di apprendere, si potrebbero prevenire ed evitare errori, magari dovuti semplicemente alla posizione.
Oggi l’allattamento materno, seppur negli ultimi anni è tornato ad essere considerato il miglior alimento per il proprio bambino, spesso non è cosi scontato e naturale. Succede spesso che una donna non abbia mai visto una madre che allatta. Questa mancanza di cultura dell’allattamento porta a non essere informate, preparate e quindi spesso ci si sente spaventate e insicure da rinunciarvi fin da subito.
Per alcune madri il momento della poppata è piacevole e da tranquillità e gioia sia a loro che ai propri piccoli, per altre può risultare fastidioso e, per di più, doloroso.
A volte è sufficiente fare piccoli cambiamenti nella posizione per vivere in serenità questo momento e per evitare la comparsa di ragadi, mastite, vomito, coliche…
Il nostro intento non è convincere ad allattare. Ogni donna ha il suo vissuto, le proprie fatiche, il proprio percorso e ogni storia merita profondo rispetto. Quindi non vi è alcun pregiudizio nei confronti delle madri che per qualunque motivo non allattano. Peccato però che ci siano sempre più donne che per mancanza di supporto e di informazioni rinuncino a questo, perdendo cosi l’ opportunità di regalare e di regalarsi un' esperienza davvero unica.

Il latte
Tutte le informazioni di cui avremmo avuto bisogno all’inizio e che noi con fatica abbiamo raccolto qua e là, le abbiamo trovate ben spiegate ed approfondite nel libro di Carlos Gonzalez “Un dono per tutta la vita”.
Per affrontare questo argomento così delicato ci serviamo proprio del suo testo, estrapolando e riportando le parti per noi più significative.
Si sente spesso dire che molte madri sono state costrette ad interrompere l’ allattamento per la mancanza di latte.
La nostra società ha cosi poca fiducia nell’allattamento materno da credere che le mamme che possano farlo siano l’ eccezione.
L’ ipogalattia (scarsità di latte) è una malattia davvero rara. E’ molto difficile che una donna che gode di buona salute abbia la sfortuna che il seno non funzioni. Purtroppo può succedere, ma prima è necessario scartare tutte le altre possibilità.
Per arrivare a pensare di avere un reale problema con il latte dovrebbero esser presenti tre fattori:
•    Il bambino ingrassa davvero (veramente!!!) troppo poco.
•    Dopo aver provato ad estrarsi il latte per diversi giorni, con un buon metodo e molte volte al giorno, la madre non riesce a toglierselo.
•    Dandogli aggiunte il bambino ingrassa più di prima.

Inoltre è utile sapere che il bambino, e solo il bambino, può dare istruzioni al seno. Solo lui ne ha il controllo per ottenere esattamente il tipo di latte che gli serve in qualunque momento.
Questo controllo, avviene attraverso tre meccanismi:
•    Durata della poppata
•    Frequenza della poppata
•    Attaccarsi ad un seno o a tutti e due.

Va considerato inoltre che la concentrazione di grasso al termine della poppata può essere di 5 volte maggiore rispetto all’inizio.
Per questo si dice che il primo latte che assume il bambino appena si attacca, contiene poche calorie in tanto volume mentre, alla fine della poppata, molte calorie in poco volume. Ovviamente è fondamentale tener presente che la variabile del tempo dipende dalla velocità con cui ogni bambino succhia.

Come si produce il latte? 
Secondo noi è importante che siano chiari due concetti per capire come funziona il seno:
  • Ci sono due ormoni che lavorano, uno è la prolattina che è appunto responsabile della produzione del latte, l'altro è l'ossitocina che ne permette la fuoriuscita (si dice eiezione del latte) facendo contrarre le fibre muscolari all'interno dei dotti galattofori. In certi casi il problema non è la produzione del latte ma l'eiezione (vedi ad esempio negli ingorghi).
  • Il seno non serve per accumulare le riserve di latte, ma è piuttosto una "macchina" che lavora continuamente. Mentre il bimbo ciuccia viene prodotto latte, viene "spremuto" nei dotti e fuoriesce dal capezzolo. Avviene tutto contemporaneamente e continuamente. Ecco perchè a parte i giorni della montata lattea, poi il seno appare "vuoto", "sgonfio" anche se poi il bimbo mangia benissimo.
A mettere in moto la produzione del latte è l'espulsione della placenta. Da questo momento i livelli di progesterone e di estrogeni si abbassano permettendo cosi alla prolattina di agire.
Spesso si pensa che sia necessario far passare diverse ore tra una poppata e l'altra per dare tempo al seno di riempirsi di nuovo. E ancora una volta C.G. utilizza un esempio che rende perfettamente l'idea: "Il seno non funziona come la cassetta del gabinetto, per cui bisogna aspettare che si riempia per tirare ancora la catena. E' più simile al rubinetto del lavandino, se si vuole che esca più acqua bisogna aprire ancora il rubinetto". Per questo fare allattare le madri ad intervalli di ore in modo rigido è controproducente. Da qui al biberon il passo è davvero breve.
Se fino a ieri le madri hanno allattato in qualsiasi circostanza (guerre, carestie) perchè oggi si sente parlare di "stress d'allattamento"? Noi pensiamo che si riferisca al fatto che il latte non esca subito e, vista la mancana di informazioni corrette, la madre può farsi prendere dall'ansia. Ma se solo si fosse più pazienti, si noterebbe che l'istinto di sopravvivenza del piccolo, continuerebbe a farlo poppare fino alla fuoriuscita del latte.
L'idea che ci siamo fatti è che se al giorno d'oggi il bambino piange, il biberon è la soluzione più sbrigativa ma in questo modo non si fa altro che ostacolare l'allattamento.
Domande e risposte
Perchè se un bambino succhia di più esce più latte?
Perchè stimolando il seno, che è una ghiandola, si richiama la produzione dell'ormone prolattina responsabile della produzione del latte.
Perchè un seno gocciola se un bambino sta prendendo il latte dall' altro?
Perchè l' ossitocina, che è l' ormone responsabile della fuoriuscita del latte risponde ad uno stimolo centrale, scorre nel sangue e arriva ai due seni nello stesso modo.
Perchè le donne che cercano di seguire la regola dei dieci minuti ogni quattro ore di solito restano senza latte? 
Perchè il seno è stimolato poco e di conseguenza viene prodotta poca prolattina.
Perchè le madri dei gemelli hanno latte per entrambi e le madri dei parti trigemellari ne hanno per tre?
Perchè la ghiandola mammaria produce latte in base alla richiesta. Non funziona come un serbatoio, ma come una fontana. 

Cosa significa allattare a richiesta?
Allattare a richiesta, secondo la nostra esperienza, significa allattare in qualsiasi momento e senza guardare l’orologio, senza far caso al tempo trascorso indipendentemente da quanto è passato dall’ultima poppata.
Oltretutto non si può dimenticare che il seno non si da e non si prende solo per la fame, ma anche per altre ragioni. Primo fra tutte il contatto fisico, che scalda, rassicura, coccola.
A richiesta non vuol dire dargli il seno ogni volta che piange ma, vista la difficoltà a comprendere il motivo per cui piange (dolore, paura o altro) si può dire che spesso dare il seno tranquillizza.
Nel nostro caso, attaccare Maya al seno, ci è sempre sembrata la soluzione migliore. (A volte è impegnativo, con un ciuccio sarebbe  sicuramente più semplice. Ma siamo contenti di aver intrapreso questa strada).
E’ difficile che il bambino che ha fame, scoppi improvvisamente in un pianto disperato. In genere mostra prima alcuni segnali: muove la bocca, la testa, emette qualche suono. Per questo è consigliato dargli il seno prima che inizi a piangere.
Ecco perché è fondamentale fidarsi del proprio bambino. Dobbiamo entrare nell’ottica che i nostri figli sono assolutamente in grado di gestire il loro bisogno di nutrimento e negargli il seno ogni volta che lo chiedono o convincere le madri ad allattare ogni tot ore e solo per qualche minuto non solo va contro natura ma è addirittura controproducente.

Andrea, Elisabetta
Genitori-Consapevoli



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3 commenti:

Marusca Leali ha detto...

Ciao, mi dispiace per la tua esperienza negativa, che poi hai saputo affrontare con coraggio, non mi stancherò mai di dire che a Gavardo gli insegnamenti sono diversi, ti affondano in questo mare di bellezza per il nascituro, per il senso di esigenza e di attaccamento che lui nutre appena esce fuori dall'utero.
Ho avuto una brutta esperienza solo al nido, mentre le ostetriche hanno un'ottima preparazione e il corso pre-parto fatto con loro è fondamentale per farti entrare nell'ottica naturalistica con cui viene gestito il reparto di sala Parto.
Vi lascio un bacio e un abbraccio, consapevole di poter scrivere di più, cosciente, in questo momento, di aver poco tempo.

Unknown ha detto...

Grazie Marusca!!
Eh già, quando si diventa mamma e papà si ha il piacere di scoprire di avere così tante e preziose risore che mai avremmo immaginato! Si, non ci siamo mai scoraggiati nonostante qualche intoppo iniziale ed ora...eccoci qua :)!!
Un abbraccio a te!!

pengencang payudara ha detto...

Mensaje muy bonito, impresionante. que es muy diferente de otros mensajes. Gracias por compartir
PENGENCANG PAYUDARA
Pengencang Payudara
FIFORLIF