La coppia

(immagine presa da web)

"L' amore non è un evento che si afferma una volta per tutte, ma qualcosa che deve essere piuttosto riconquistato ogni giorno. E non soltanto nei giorni buoni come in quelli cattivi, ma anche attraverso gli spazi liberi, attraverso le insicurezze che ne derivano e le costrizioni a sintonizzarsi della società moderna. Ciò richiede una miscela fatta di pazienza angelica e tolleranza delle frustrazioni".
Il normale caos dell' amore
U. Beck, E. Beck-Gernsheim

La nascita di un figlio è senza dubbio la gioia più grande che la vita possa regalare ma ovviamente questo comporta delle trasformazioni anche per la coppia . Non ci riferiamo a trasformazioni positive o negative, semplicemente a dei cambiamenti con i quali bisogna fare i conti.
Quando abbiamo deciso di avere un figlio, non avevamo idea di come e quanto sarebbe cambiata la nostra vita, ma il fatto di mettere lui/lei al primo posto è stata fin da subito una certezza. Ci siamo dati come unica condizione che almeno uno dei due avesse un lavoro sicuro. Quindi, abbiamo cercato di trasformare la precarietà di Elisabetta in un vantaggio, così da poter gestire in piena libertà i modi e i tempi per il rientro nel mondo del lavoro. Per il resto abbiamo voluto fidarci del fatto che le cose si sarebbero in qualche modo incastrate da sé e che tutto alla fine sarebbe andato bene. Crediamo di non aver compiuto un gesto particolarmente coraggioso, sono scelte.
Incoscienza? Ovviamente no! Siamo consapevoli della situazione difficile che si sta attraversando ma siamo anche consapevoli che questi momenti sono unici e non torneranno più. Proprio per questo abbiamo deciso di non volerci perdere nulla del suo percorso di crescita .
Ci rendiamo conto che non per tutti è possibile , ma per le nostre esigenze, per il nostro tenore di vita e soprattutto per la nostra scala di priorità, abbiamo ritenuto questa scelta la soluzione migliore per noi.

Il primo anno è stato duro, la decisione di essere genitori a tempo pieno richiede tanto impegno, costanza e pazienza. E' necessaria una buona dose di disponibilità ed accettare che per un periodo i propri spazi e le proprie esigenze vengano messe in stand-by.

Crediamo sia fondamentale porsi con lo sguardo in prospettiva. Non è facile ma è necessario, proprio per avere la consapevolezza che si tratta di una fase che passerà e pian piano tutto tornerà ad incastrarsi. Con questa consapevolezza si è meno spaventati e anche le tensioni si abbassano notevolmente.
Si tratta di ricreare ogni giorno un nuovo assetto, un nuovo equilibrio e questo richiede grande flessibilità e capacità di ascolto. Si tratta di lasciarsi andare, farsi trasportare e cullare dal corso naturale delle cose.

Anche noi ad un certo punto abbiamo capito che per seguire completamente i tempi e le esigenze di Maya, fosse necessario fidarsi e affidarsi a lei e, come in una danza, farsi guidare.
Non è semplice raggiungere questa consapevolezza ed entrare in perfetta sintonia, o meglio, lo sarebbe se fosse possibile dedicarsi e concentrarsi solo sul proprio bambino e sulla coppia. In realtà sono davvero tante le interferenze esterne che richiedono tempo ed energie: gestire le relazioni con le persone vicine, il lavoro, ordinare la casa, cucinare, fare la spesa, il bucato e altre mille cose che riguardano la quotidianità di ogni famiglia. Per questo è molto facile che quella danza e quella sintonia vengano interrotte e ogni volta riprendere il ritmo richiede tante energie.

Lo strumento a nostro avviso più efficace è, come sempre, la comunicazione verbale.
Il dialogo è sicuramente la condizione di crescita e durata del legame.
E' importante non dare nulla per scontato, avere un po' di lungimiranza e capire che anche l' incomprensione apparentemente più banale non va trascurata.
Si è così concentrati sulla cura e l' accudimento del proprio bambino che è facile tralasciare dettagli che, nel tempo, potrebbero diventare motivo di scontro. Quindi tante chiacchiere fino a notte fonda, tanti confronti ma anche tante discussioni, porte sbattute, paura di non farcela e sensazione di smarrimento. Crediamo faccia parte del gioco, l' importante è che successivamente ci sia un buon recupero.
A volte non basta una chiaccherata per capirsi e riappacificarsi, bisogna dare e darsi il tempo necessario per far sedimentare le cose e prendere le giuste misure con il nuovo ruolo, quello di genitori.

Siamo entrambi molto determinati e anche se spesso ci siamo sentiti messi a dura prova, non abbiamo mai avuto dubbi o ripensamenti rispetto alle modalità e ai tempi di accudimento che abbiamo scelto per Maya.
Nei casi in cui ci è capitato di sfogarci con persone vicine confidando la nostra stanchezza (per altro umanamente comprensibile), siamo rimasti delusi dalle risposte ricevute. Sentirsi dire che in fondo ce la siamo cercata, che Maya si sarebbe adeguata e abituata, che un pianto non è "la fine del mondo" è stato poco confortante.
Ci è dispiaciuto che Maya non venisse considerata come persona con necessità e bisogni propri, rispettabili ed importanti quanto i nostri.
Il fatto che sia piccola non significa che sia inferiore.
Da allora abbiamo imparato a tenerci per noi anche la fatica di alcuni momenti.

Quali difficoltà abbiamo avuto e quali risorse abbiamo attivato:

Avendo molti amici le serate passate in compagnia fino all' arrivo di Maya, erano un' abitudine quasi quotidiana. Avere un figlio comporta un cambiamento significativo dei ritmi e questo fa si che il tempo libero di due neo-genitori non sempre coincida con quello di altri.
Soprattutto nel primo periodo non è stato semplice gestire i rapporti con amici e parenti che faticavano a comprendere le necessità di quel momento e, per trovare un nostro equilibrio, ci siamo sentiti costretti a mettere dei "paletti".
Con la nascita di Maya è nato in noi anche il bisogno di circondarci di persone positive, che fossero partecipi della nostra felicità in modo sincero e fossero presenti nei momenti più difficili. Da qui la scelta di prendere le distanze da quelle relazioni che abbiamo ritenuto poco sane per la nostra serenità.

Tra tutte le trasformazioni che la nascita di un figlio può portare, la salvaguardia degli spazi individuali è stata a nostro avviso la più difficile da gestire . Infatti non è stato facile trovare un equilibrio. La scelta di mettere Maya al primo posto, ha ridotto inevitabilmente quei momenti a volte necessari per ricaricarsi e rigenerarsi e questo ha causato tensioni e nervosismo.
Nessuno ha mai impedito all' altro di prendersi i propri spazi, quello che ha sempre influito sulle nostre decisioni è stato il forte senso di responsabilità che ha fatto da bussola indicandoci la strada da prendere.
Riportiamo un esempio pratico: Andrea ha la passione del nuoto e non è stato semplice rinunciare a questo spazio di svago necessario per smaltire le tensioni accumulate durante l' intera giornata.
Il pensiero di Elisabetta alle prese con la gestione domestica e l' accudimento di Maya è sempre stato un buon motivo per fare ritorno a casa dopo il lavoro, per rendersi utile o anche solo per darle modo di farsi una doccia.
Il fatto che non si raggiunga mai un equilibrio definitivo è sicuramente destabilizzante e abbiamo avuto bisogno di tempo per ingranare e avere una discreta organizzazione. Per questo è stato necessario accettare che all' inizio la casa fosse più trascurata, le lavatrici si accumulassero e la fantasia in cucina fosse pari a zero.
Ora che Maya mostra curiosità e interesse a conoscere il mondo esterno più autonomanente, possiamo ritenerci soddisfatti delle nostre scelte, dei risultati ottenuti e soprattutto di non esserci persi nulla del suo percorso fatto fin qui.
Il dialogo è stato a nostro avviso il mezzo più efficace per comprenderci e per sentirci riconosciuti dall' altro/a nei momenti di fatica e debolezza.
Parlarsi, sfogarsi, raccontarsi le proprie paure, le proprie difficoltà e i propri bisogni, sono stati gli strumenti che hanno fatto da ancora di salvezza, necessaria per affrontare i momenti di rassegnazione che una coppia può avere.

In Lo spirito della mediazione J.Morineau afferma che << il conflitto nasce dall' incontro di due desideri contraddittori che si oppongono l' uno all' altro e che appaiono come vitali a coloro ai quali appartengono. Quando i due desideri coincidono c' è armonia; quando si oppongono può esserci il conflitto. Il conflitto nasce quando il nostro desiderio è ostacolato da quello dell' altro .
Tale confronto con i desideri dell' altro costituisce un limite alla realizzazione dei nostri. Spesso siamo poco coscienti della forza dei nostri desideri , i quali agiscono su di noi come i fili che muovono le marionette>>.

Gli spazi di coppia subiscono una trasformazione, anche se temporanea, non indifferente.
Per spazi di coppia intendiamo semplicemente quei momenti esclusivi in cui ci si dedica del tempo per ritrovarsi, magari per una cenetta a lume di candela o un' uscita romantica per un paio di ore.
Non che questo non si possa fare, solo che la possibilità di farlo si riduce notevolmente.
Nei primi periodi nessuno ci ha mai vietato di separarci dalla nostra piccola per trascorrere dei momenti tutti per noi anzi, ci hanno sempre incoraggiato a farlo. L' idea però che le due ore dedicate a noi, a lei potessero sembrare un' eternità, ha contribuito a farci aspettare il momento giusto per tutti e tre.
Quindi nonostante le rassicurazioni , non ci siamo sentiti pronti a compiere questo passo fino a pochi giorni fa. Semplicemente abbiamo voluto rispettare i suoi tempi e le sue necessità.
Ora che Maya ha un anno e mezzo è un piacere vedere che ci saluta con la manina se dobbiamo assentarci.
Siamo convinti che la scelta di rispettare le sue tempistiche abbia fatto crescere in lei una sicurezza tale da non fargli vivere questo distacco come un abbandono e sicuramente ha contribuito a darle la certezza che mamma e papà torneranno presto a prenderla.
L' obiettivo della sua autonomia per poter passare alcuni momenti senza di noi lo abbiamo raggiunto in modo graduale, in tutta serenità e, come direbbe qualcuno, senza lacrime aggiunte.

Abbiamo raccontato in breve la nostra esperienza di questo primo anno e mezzo.
Come abbiamo premesso all' inizio, l' amore non è statico quindi non c' è e non ci sarà mai un momento in cui si raggiunge un equilibrio definitivo. Per questo crediamo che la partita sia appena cominciata e ci sia ancora molto da giocare.
L' obiettivo non è che ci siano vinti o vincitori, bensì quello di vincere insieme la stessa partita e, perché questo accada, è fondamentale che ci sia gioco di squadra. Se si perde si perde tutti.
Per noi è stato fondamentale avere la consapevolezza che il fatto di stare uniti possa essere una buona soluzione per non lasciare spazio a competizione, individualismo e mancanza di complicità.
Farsi la guerra non porta a nulla, è controproducente e rende tutto più faticoso.
Si tratta di trovare e attivare ogni volta le risorse che ogni persona e ogni coppia possiede.
Per farlo ci vogliono impegno, pazienza, apertura e disponibilità ma soprattutto sentire che stare insieme, e starci bene, è ciò che più di ogni altra cosa si desidera.

Andrea, Elisabetta
Genitori-Consapevoli



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