Il sonno

 (immagine presa da web)


“Siamo così arroganti da pensare che adesso, proprio adesso, stiamo facendo tutto alla perfezione? Non stiamo credendo in qualcosa, facendo qualcosa, dando importanza a qualcosa che, fra cento anni, provocherà la sorpresa, lo stupore, o le risa dei nostri pronipoti?”
C. Gonzalez

Dormire è un bisogno primario e come mangiare, respirare e camminare, non necessita di un insegnamento. Semplicemente lo si apprende da sé.
Nonostante questo, sono state veramente molte le persone che hanno voluto metterci in guardia su come affrontare il momento della “nanna”.
Il consiglio più gettonato è stato: “Mi raccomando, non abituate la piccola a dormire nel lettone. Non vorrà più dormire da sola”.
Anche molti libri sconsigliano di far dormire i propri figli nel lettone ma, in alternativa, propongono di farli addormentare con pupazzetti o qualsiasi altro oggetto che può dare loro sicurezza (che cosa strana: perchè con il pupazzo sì e con i genitori no?).
In ogni caso, noi non conosciamo ragazzi di 18 anni che ancora vogliono dormire nel lettone con mamma e papà o che si portano il pupazzetto per addormentarsi. Questo ci ha dato ulteriore conferma del fatto che ogni cosa ha il suo tempo ma,  soprattutto, che ognuno ha i suoi tempi.

Qualcuno ci ha anche messo in guardia dicendoci che tenere la nostra piccola nel lettone avrebbe potuto nuocere seriamente all’intimità della coppia.
Anche questo non ci ha spaventato. Forse perchè per noi l’intimità di coppia la si può vivere non solo di notte, in camera da letto, nel lettone. Quindi non viviamo la presenza di Maya come un limite o un ostacolo. Se ci sono periodi in cui l’intimità della coppia passa in secondo o in terzo piano, è per stanchezza e perché a volte i ritmi delle giornate sono così frenetici che non restano né  tempo né energie per cadere l’una nelle braccia dell’altro.

Abbiamo fatto la scelta del co-sleeping e, in particolare del bed-sharing, dal giorno in cui è nata nostra figlia.
Infatti abbiamo avuto la possibilità e la fortuna di avere in ospedale una camera tutta per noi e questo, ci ha permesso di restare vicini fin dalla prima notte, senza dover lasciare la piccola sola soletta nella culla del nido.
Non nascondiamo che nei primi giorni, la voglia di passare una notte in tutta comodità ci ha portato a mettere la piccola, una volta addormentata, nella sua culla (ovviamente vicina al lettone). Ma ai primi cenni di risveglio, il bisogno di tenerla in mezzo a noi ha sempre avuto la meglio e da allora  dormire insieme è diventato la normalità.
La scelta del co–sleeping, non solo ci regala una splendida sensazione ogni volta che apriamo gli occhi o sentiamo il suo respiro, ma si è rivelata una vera comodità per quanto riguarda l’allattamento.
Perché doversi alzare nel pieno della notte per raggiungere la piccola che implora il tuo latte, quando lo si può fare tranquillamente sdraiati nel proprio letto, per di più evitando pianti disperati che svegliano il vicinato?
Oggi che Maya ha 16 mesi, si muove molto e occupa più spazio, abbiamo pensato ad una soluzione che facesse dormire più comodamente tutti e tre senza rinunciare al fatto di essere vicini. Per questo abbiamo leggermente modificato un classico lettino con le sbarre, tenendolo aperto da un lato. Abbiamo messo due materassi per fare in modo che fosse alto come il "lettone" e, con delle fascette, lo abbiamo legato e fissato al nostro. Il risultato è una sorta di prolungamento che ci permette di continuare a dormire tutti e tre insieme e allo stesso tempo avere più spazio.

Le cose da dire sull’argomento del sonno sono davvero tante …
Per noi è importante partire dal presupposto che il contatto fisico per i piccoli è un bisogno primario e noi genitori dobbiamo fare il possibile per non trascurare questo particolare.
Purtroppo l’abitudine a dormire separati è un’invenzione della cultura moderna a causa del cambiamento dei ritmi che la vita ci ha imposto. E in parte aggiungiamo noi, per una cattiva informazione che qualche esperto di turno ha voluto diffondere.
Già, chi ha detto che un bambino che dorme con i propri genitori ha più probabilità di crescere viziato, con un carattere debole e insicuro?
E’ dimostrato che nei primi giorni di vita il bambino che dorme nella culla piange 10 volte in più rispetto ad un bambino che dorme con i genitori.
Ci siamo meravigliati quando in un noto libro, abbiamo letto di far piangere il bambino fino allo stremo e che il pianto non è altro che una tattica del piccolo diavoletto per poter manipolare mamma e papà. E’ ovvio che prima o poi smetterà di piangere, ma non perché il piccolo scopre che il giochetto non ha funzionato, ma perché entra in gioco la rassegnazione e, stremato e distrutto dal pianto, si addormenta.
Ci chiediamo come abbia fatto Estivill a vendere milioni di copie… Ci riferiamo al libro “Fate la nanna”. L’unica spiegazione che ci siamo dati è che il metodo proposto da questo autore va a toccare proprio l’ insicurezza e la confusione dei neo genitori che, trovandosi combattuti tra il terrorismo psicologico del contesto esterno e l’istinto naturale di tenersi il figlio stretto a sé, scelgono la formula usata dalla maggioranza e a questo punto il bisogno di contatto passa in secondo piano.
Forse, ci siamo chiesti, l’autore si è dimenticato di considerare che il pianto è tutto ciò che il bambino ha a disposizione, non tanto per prendersi gioco di mamma e papà ma per richiamare l‘attenzione, per non sentirsi abbandonato.

Nel nostro caso, la scelta di dormire tutti e tre insieme ci è sembrata fin da subito la soluzione più naturale. Lo troviamo piacevole e, inoltre, l’idea di avere la nostra piccola in un altro letto o in un’altra stanza non ci farebbe stare bene.
Questa è la nostra esperienza, ma non è detto che debba essere uguale per tutti.
Alcuni genitori preferiscono abituare fin da subito il piccolo nel proprio letto e poi nella sua cameretta. Ovviamente ognuno ha il proprio vissuto e la propria storia,  quindi la libertà di scegliere ciò che meglio crede.
L’importante, aggiungiamo noi, che si tenga conto di ciò che va bene a tutti e tre, nel rispetto delle esigenze e priorità di tutti.
Anche questa è solo una fase e come in tutte le cose c’ è un inizio e una fine.
Purtroppo sappiamo già da ora che arriverà il giorno in cui nostra figlia ci chiederà un letto, una camera e uno spazio tutto per se. Ma intanto ci godiamo i suoi respiri, il suo profumo e, da qualche settimana, un risveglio che non ha prezzo: con un braccio si allunga verso mamma, con l’altro verso papà e ci stringe per darci il buongiorno più bello che possa esserci!

Andrea, Elisabetta
Genitori-Consapevoli


2 commenti:

Marusca Leali ha detto...

Che meraviglia mettere al mondo una creatura, una sensazione unica e stupenda.
Quando mi porto la mia piccolina nel letto con me, me la godo sempre tutta.
La mia piccolina dorma nel suo lettino e nella sua cameretta da quando ha 4 mesi, sono sempre lì con lei, quando ne ha bisogno, se vuole la faccio addormentare sulla nostra sedia a dondolo oppure dopo tante coccole in braccio la metto nel lettino, che, la maggior parte delle volte è lei che lo vuole, lo indica con il ditino come a dire: 'OK, ora sono pronta per fare davvero le nanne', così la poso delicatamente, mi siedo accanto e ascolto il suo battito che s'addormenta.
Lei è fatta così, ha sempre voluto i suoi spazi, non ha mai voluto stare troppo in braccio, solo ora, a 20 mesi di vita lo richiede e forse è perché si accorge che sta crescendo e quel mondo di coccole gli serve per farle ricordare che è ancora dipendente da me.
La adoro, adoro il suo respiro e i suoi occhi stanchi..
Vi appoggio pienamente sull'argomento qui trattato del sesso, da quando è nata la mia bimba lo facciamo davvero raramente di sera, in quanto il mio compagno fa i turni e molte volte torna alle 23 passate e io..sto già dormendo, così ci siamo abituati a prenderci i nostri spazi in altri orari, in altri posti e modi..
Si fa sempre e comunque..
Grazie per questo bellissimo post..
Marusca..

Unknown ha detto...

Grazie a te!!! Il tuo racconto è la testimonianza del fatto che ogni bambino è a sè, con esigenze e ritmi propri. Sta davvero a noi saperli ascoltare e coglierne ogni sfumatura.
Continua a goderti la bellezza e la magia di questi momenti!
Un caro saluto e a presto!
Andrea Elisabetta