23 ottobre 2014

Anche di notte...

 (immagine presa dal web)

Abbiamo pensato di condividere alcune riflessioni in seguito alla lettura di un opuscolo di sole quattordici pagine ma, a nostro avviso, ricco di spunti interessanti.
Sibylle Lupold, consulente di allattamento a Berna, è l' autrice di "Anche di notte i bambini hanno bisogno di noi". In questo opuscolo sono stati raccolti estratti di testi di professionisti di varie discipline per dare forza a ricerche e risultati scientifici che dimostrano che "i metodi di apprendimento al sonno non sono attualmente più difendibili. Anzi, possono nuocere allo sviluppo del bambino e intralciare la formazione di una relazione di buona qualità con i genitori".
L' autrice parte da alcuni presupposti:
  • I bebè e i bambini piccoli non hanno ancora sviluppato la nozione del tempo. I loro bisogni sono gli stessi sia di giorno che di notte, 24 ore su 24
  • Se lasciato solo il bambino è costretto a confrontarsi con una grande paura, per questo si mette a piangere affinché i genitori lo tengano vicino per consolarlo e infondergli un sentimento di sicurezza. Se, al contrario, i genitori non reagiscono alla sua richiesta di protezione e rassicurazione, prova un forte dolore e un senso di separazione che fanno vacillare la fiducia minando così quello che viene definito un "attaccamento sicuro".
Partendo da questi presupposti l' autrice mette in discussione i metodi di apprendimento al sonno suggeriti anche da alcuni professionisti. 
In particolare fa riferimento al metodo Ferber o "controlled crying", nel libro "Tutti i bambini fanno la nanna". Nello specifico si tratta di lasciare il bambino da solo, la notte al buio, anche se questo lo fa soffrire in modo evidente.
Nonostante l' idea del "lasciar piangere" ormai sia stata messa fortemente in discussione dalla maggior parte degli specialisti, c'è ancora la credenza diffusa che possa essere un metodo efficace .

Riportiamo alcune citazioni tratte da questo opuscolo.

Theresia Herbst, laureata in scienze naturali, psicologa infantile, Vienna
"L' attaccamento 'sicuro' del bambino alla sua persona di riferimento è considerato come la miglior partenza possibile nella vita sul piano dello sviluppo emotivo e psicosociale.
...Una reazione è immediata quando avviene nell' arco di 2-3 secondi: la madre si occupa del bambino appena questo si fa sentire e non solo dopo che si è messo a piangere in modo prolungato.
...L' attaccamento sicuro è una sorta di "cuscino emotivo" che attutisce gli effetti negativi di piccoli incidenti quotidiani ma anche di eventi tragici che possono capitare nella vita."

Prof. Dr. Klaus E. Grossmann, ricercatore scientifico nel campo dell' attaccamento infantile, Unoversità di Regensburg (D)
"I bebè lasciati soli a piangere in una stanza buia hanno timore delle tenebre e di essere abbandonati. Tale angoscia diventa sempre più grande e assieme al pianto aumenta anche il tasso nel sangue di cortisolo, un ormone dello stress.
...Piangere è un segnale di allarme molto intenso, reso così dalla natura affinché gli adulti non si abituino e vengano spinti ad occuparsi dei bambini. Dal punto di vista della storia della specie umana, i pianti sono una richiesta di aiuto legati alla paura di morire se si viene lasciati soli. I terapeuti sensibili ai bisogni dei bebè non inducono i genitori ad ignorare i pianti, ma li sostengono nello sforzo di rispondere in maniera adeguata e rapida alle manifestazioni più sottili emesse dal bebè.
I pianti sono una manifestazione di vita che è alla base del benessere e della ricchezza della comunicazione fra il bebè e le persone cui è attaccato. La sintonia può talvolta essere difficile, ma il bebè lasciato solo senza aiuto è condannato a cedere per sfinimento.
Come si può considerare ciò un successo?
Nello sviluppo non si tratta di far cessare i pianti: occorre invece cercare di migliorare la comunicazione con i nostri bambini piccoli, perché essa prenderà il posto dei pianti."

Dr. med William Sears, pediatra, California
"Un bebè che piange e che non viene ascoltato sarà meno motivato a gridare - ciò che può portare a pensare che il metodo sia efficace. (...) il bebè perde così la fiducia che ha nel saper comunicare. Ma non solo. Perde anche la fiducia nella disponibilità della persona di riferimento nei suoi confronti.
...Ho grandi difficoltà con questo metodo: è un atto di addestramento notturno, non è una presa a carico notturna del bambino. Addestrare gli animali va bene, i bambini no."

Dr. med. Gudrun von der Ohe, medico, consulente in allattamento IBCLC, Amburgo (D)
"Tale metodo (Ferber) è un triste riflesso del trattamento che la nostra società riserva ai bambini. Nessuno chiede alle famiglie come arrivino a far fronte con amore ai bisogni del loro bebè. Ma dopo qualche settimana, viene invece posta ai genitori la domanda seguente: "dorme tutta la notte?".
...I bambini dovrebbero addormentarsi soli - senza il seno materno, senza la presenza dei genitori nella stanza, senza succhiotto e forse anche senza pupazzetto. Non devono quindi avere richieste di alcun tipo (...)
...Il bambino ha imparato la cosa seguente: se soffro e urlo nessuno mi aiuta. Sprofonda in un sonno depressivo e senza sogni."

Dr. med. Michael Abou-Dakn, IBCLC, primario presso la clinica di ginecologia e ostetricia dell' ospedale San Giuseppe di Berlino
"E' impossibile 'viziare' un bambino. Quello che invece è possibile - e rischia di accadere - è di eliminare il bisogno della presenza dei genitori, rendendo il piccolo insicuro. Ed invece ciò che occorre fare è rafforzare il più possibile il bambino: solo così sarà in grado di gestire con la necessaria forza la sua vita da adulto. In quest' ottica, il bambino necessita del tempo e della pazienza dei genitori.
...La speranza è ora che i tanti manuali ingannevoli posti sugli scaffali e sui comodini dei giovani genitori finiscano presto al macero!."

Dr. Luciano Gasser, psicologo dello sviluppo e insegnante all' Alta scuola pedagogica di Lucerna
"Si può considerare un successo il fatto che il bambino non esprima più i suoi bisogni?
...Questo processo influisce anche sulle sue relazioni future. Sconsiglio quindi formalmente di intervenire in maniera inadeguata in questa fase dello sviluppo così delicata e determinante."

Dr. phil. Franz Renggli, psicoanalista, terapeuta della famiglia e del bambino, Basilea
"Il programma di apprendimento del sonno è un metodo che blocca qualsiasi emozione".

Jane Daepp-Kerrison, levatrice e consulente in allattamento, Arbon (TG)
"Come madre mi chiederei: 'voglio veramente che mio figlio impari a non piangere più?'
...Oggi si vuole controllare tutto e non si è più disposti ad accettare un bambino così come è."

Prof. Dr. Jurgen Zulley, ricercatore scientifico nel campo del sonno, direttore del centro di medicina del sonno a Regensburg (D)
"Non potete costringere un bebè o un bambino a dormire tutta la notte fino a quando non sarà maturo per questa tappa. Presto o tardi tutti i bambini dormono tutta la notte, ma ognuno di essi ha il suo ritmo."

Paula Diederichs, psicoterapeuta corporea, direttrice del consultorio " bebè ad alta richiesta", Berlino (D)
"Alcuni manuali sono dei best-seller, nonostante siano dei testi molto problematici dal punto di vista della terapia corporea e propongano metodi strazianti e angoscianti."

Dr. Katherine Dettwyler, nutrizionista e antropologa, Texas
"Non esiste NESSUNA situazione 'naturale' in cui ci si può aspettare da un bebè che si addormenti da solo, si riaddormenti da solo in caso di risveglio e si consoli da solo.
...Niente modificherà le predisposizioni essenziali del bambino sul piano biologico, fisiologico ed emotivo: vale a dire nascere con l' aspettativa di essere tenuto in braccio dalla sua mamma, di dormire vicino a lei e di essere allattato a richiesta sia di giorno che di notte - e questo ben oltre i primi anni di vita. (...) Non riusciremo a risolvere il problema del nervosismo dei genitori che non vogliono essere disturbati di notte se insistiamo nel convincimento che i bambini non hanno bisogni legittimi e che i risvegli notturni siano una "cattiva abitudine". Invece di tentare di cambiare la natura essenziale dei bambini (ciò che è impossibile), dobbiamo lavorare affinché venga modificato il sistema di convinzioni culturali e il modo di porsi dei genitori."

Dr. med. Carlos Gonzàlez, pediatra, Barcellona
"I bambini non hanno molte esigenze. Riguardo alle cose che non contano tanto per loro, si piegano volentieri alle nostre volontà e fanno ciò che ci attendiamo da loro. Ma se chiediamo loro di dormire da soli, esigiamo qualcosa di contrario ai loro istinti più basilari e la lotta è dura. (...)
...non fate un favore a vostro figlio, ma è un favore che chiedete a lui. Se acconsente a concedervi questo favore, dovrete essergli riconoscenti. Se invece ve lo negherà, allora portate pazienza: il bambino non vi deve niente."

Sibylle Lupold, consulente in allattamento, Berna
"...Non tutti i bambini 'funzionano' allo stesso modo. Il presupposto al condizionamento dovrebbe essere che il partecipante è consenziente, ciò che non può assolutamente essere il caso nei bebè e nei bambini.
Le tappe naturali dello svilupo infantile non possono essere accelerate a proprio vantaggio. Solo quando ha raggiunto il grado di maturità necessario, il bambino impara a mangiare, parlare, camminare, fare i suoi bisogni nel vasino, addormentarsi da solo e dormire tutta la notte. (...). Inoltre di solito il bambino è motivato ed entusiasta quando raggiunge una nuova tappa del suo sviluppo. (...) Non è sorprendente che l' apprendimento del sonno sia al contrario accompagnato da tanta sofferenza e pianti?
... Non lo si è aiutato a imparare qualcosa per cui era maturo: semplicemente non ha avuto scelta. Ecco perché si può dire che il bambino non impara a dormire: impara unicamente a sopportare in silenzio di rimanere da solo nel suo letto."

Le citazioni che abbiamo scelto di riportare rispecchiano in pieno il nostro pensiero.
Ormai è chiaro che non esiste un unico metodo valido, bensì sta ad ognuno attuare strategie positive affinché il momento del sonno sia vissuto in serenità e nel rispetto di tutti.

Diffidiamo dai metodi sbrigativi e superficiali proposti da libri e programmi televisivi in merito all'educazione dei bambini. Diffidiamo dalle teorie che hanno l'obbiettivo di addomesticare, ammaestrare i bambini, scavalcando i loro sentimenti così nobili.
Come pensare, per esempio, che in una settimana una Tata (persona estranea alla famiglia) possa risolvere difficoltà relazionali, comunicative ed educative, proponendo come strategia educativa quella di ignorare il bambino nel momento in cui avrebbe più bisogno di essere ascoltato?
Perché credere che il pianto di un bambino sia un semplice capriccio?
Come credere che lasciarlo solo in una stanza o su una seggiolina a "pensare" possa essere un metodo efficace affinché capisca di aver commesso un errore?
Siamo consapevoli che quando si è arrabbiati e stanchi non si ha la disponibilità e la pazienza di fermarsi e comunicare in tutta calma, ma nulla vieta, una volta tranquillizzati, di recuperare.

Ci auguriamo che le attenzioni e le energie dei professionisti comincino a concentrarsi presto su un sostegno ai genitori, affinché si sentano accompagnati e rassicurati in modo positivo nell' affrontare le diverse tappe di crescita del proprio bambino.
Speriamo svanisca presto l'idea che la natura essenziale dei bambini e la loro nobiltà d' animo, siano da plasmare a proprio piacimento. E' la natura che ci chiede di essere seguita, sono i bambini che ci chiedono di essere ascoltati, capiti e rassicurati. Solo così può esserci una reale e solida fiducia.
Siamo convinti che dietro ad ogni buona relazione, soprattutto quella tra genitori e figli, ci sia un lungo lavoro fatto di tanto impegno, comunicazione, ascolto e rispetto.

Dal primo giorno di vita di nostra figlia, abbiamo voluto farle sentire di potersi fidare, di essere noi il suo porto sicuro, il suo nido caldo in cui poter far sempre ritorno.
Così è da quando è nata, così è adesso che ha 22 mesi e così continueremo a fare fino a quando si sentirà pronta per esplorare il mondo senza di noi.

Andrea, Elisabetta
Genitori-Consapevoli

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie mille per questo bellissimo articolo.
In grande linee rispecchia la mia filosofia di genitore ^_^

Unknown ha detto...

Grazie!!
Ci fa piacere che in questo articolo hai trovato un pezzettino della tua esperienza!!