"Pensate alla paura e all'
impotenza di un bambino che non è in grado di parlare o capire quello
che gli viene detto, che non sa proteggersi da un estraneo - una nuova
figura di accudimento con una voce, un aspetto, un odore e un tocco
sconosciuti. All' improvviso, senza spiegazioni che comunque non
saprebbe comprendere, il bambino si trova davanti una persona del tutto
diversa dalla madre o dalla figura di riferimento a lui familiare, con
la quale aveva cominciato a sviluppare un importante legame di
attaccamento".
Isabelle Fox "Sempre con lui"
Non è detto che la scelta di essere genitori a tempo pieno possa essere la soluzione ideale per tutti.
C' è qualcuno che avverte la necessità di rientrare al lavoro perché sente il bisogno di ricominciare a sentirsi gratificato dalla propria professione. Altri invece, se potessero scegliere, opterebbero per restare a casa il
più possibile per crescere i propri figli. Purtroppo però, per necessità, non sempre questo è possibile.
L' idea di questo post nasce dalla voglia di dare voce ai bambini che spesso subiscono le scelte dei genitori, oltre che di incoraggiare quelle famiglie che hanno la possibilità di investire il proprio tempo nei primi anni di vita dei propri figli.
Siamo
certi che se un bambino di 0/3 anni potesse esprimere i propri bisogni e
potesse scegliere, vorrebbe più di tutto stare con la sua mamma e con
il suo papà.
Crediamo
poco nel mito che i bambini di questa età abbiano bisogno di
frequentare strutture per l' infanzia per essere maggiormente stimolati. Pensiamo che, per bambini così piccoli, non sia di vitale importanza imparare
forme e colori, imparare a parlare il prima possibile, relazionarsi con altri bambini e staccarsi dalla mamma prima del tempo. Crediamo
invece che ciò di cui hanno davvero bisogno sia il fatto di essere
cresciuti con affetto e attenzione dai
propri genitori. Ovviamente laddove ci siano genitori premurosi, attenti e che abbiano a cuore il reale benessere del proprio figlio.Purtroppo la realtà è ben diversa e, soprattutto con i tempi che corrono, non è semplice scegliere di rinunciare ad un' entrata fissa. Molte famiglie hanno la necessità di rientrare al lavoro e si trovano costretti ad affidare il proprio figlio ad altri.
Ci sentiamo quindi di proporre qualche spunto di riflessione sulle soluzioni che, a nostro avviso, potrebbero essere il più possibile vicine alle esigenze dei più piccoli.
Ovviamente ci riferiamo a quelle situazioni in cui davvero non sia possibile che almeno uno dei genitori resti a casa con il proprio figlio.
- I NONNI Per chi ha la possibilità di poter contare sull' aiuto dei nonni, autonomi e soprattutto ben contenti di volersi occupare del proprio nipotino, crediamo che questa possa essere una buona soluzione. Può essere utile trovare una giusta via di mezzo per cui non si arrivi ad approfittare della loro disponibilità ma contemporaneamente lasciare che si vivano la gioia di trascorrere del tempo insieme ai nipotini. Pensiamo che il bello di essere nonni stia proprio nel fatto di non avere una responsabilità educativa, nel senso di doversi preoccupare di crescere bambini disciplinati, ubbidienti e composti. Possono godersi con più spensieratezza, rispetto a quando sono stati a loro volta genitori, il fatto di stare insieme. Nonni in salute e in grado di occuparsi di un bambino piccolo sanno sicuramente fare attenzione affinché il nipotino eviti situazioni pericolose. Quindi, secondo il nostro punto di vista, il fatto di ricoprirlo di attenzioni e coccole risponde esattamente a ciò di cui un bambino in tenera età ha maggiormente bisogno. In questo senso i nonni sono una grande risorsa e siamo certi che le loro attenzioni e premure amorevoli non siano mai troppe e, soprattutto, nulla hanno a che fare con i "vizi" (in cui per altro noi crediamo poco).
- TATE O BABY-SITTER Pensiamo sia bene assicurarsi di affidare il proprio bambino ad una persona che, innanzitutto, garantisca continuità. A nostro avviso l' aspetto più importante non riguarda tanto il fatto che chi si prende cura di vostro figlio sappia cambiargli il pannolino, nutrirlo, metterlo a letto o portarlo in passeggino. Ciò che più conta è che ci sia un rapporto di amorevole cura, un reale interesse affinché il bambino stia bene, si senta coccolato e capito. Crediamo inoltre che sia importante che questa figura di riferimento parli al bambino, interagisca con lui stimolandone il linguaggio e la sua curiosità.
- PICCOLE STRUTTURE PER L' INFANZIA Sono sempre più diffuse strutture piccole, intime o a gestione famigliare che, grazie al numero ridotto dei bambini, garantiscono un buon accudimento oltre che progetti educativi personalizzati per le esigenze di ogni bambino. Dopo aver individuato e scelto la struttura, è bene assicurarsi che il personale sia competente, aggiornato e, soprattutto, riporti con cura la giornata del proprio bambino. Se a voi dovesse capitare qualcosa di spiacevole al lavoro, di avere subito un torto o un' ingiustizia o di essere molto arrabbiati, avreste la libertà e la capacità di telefonare a vostra moglie o a vostro marito per sfogarvi, cercare conforto e comprensione. Ma un bambino piccolo non è in grado di esprimere il suo vissuto, di riportare nei dettagli cosa gli è successo, se qualcosa lo ha spaventato, se la persona che si prende cura di lui sia stata attenta, amorevole, premurosa, se lo abbia lasciato per la maggior parte del tempo in un passeggino o, peggio ancora, costretto a mangiare tutto o ad addormentarsi da solo in un' altra stanza. E' in questo senso che crediamo sia fondamentale scegliere accuratamente l' ambiente in cui lasciare il proprio bambino per diverse ore. Poco importa se ci sono pareti colorate, materiale di qualità e giochi all' ultima moda. E' importante invece che la persona che starà con lui, lo rassicuri e lo aiuti a gestire con sensibilità e amore il dolore e la fatica del distacco.
Innanzitutto perché crediamo che sia fondamentale garantire ad un bambino così piccolo la stabilità, la coerenza e soprattutto la continuità della figura che si prenderà cura di lui. Scegliere una persona che probabilmente alla prima occasione lavorativa sparirebbe nel nulla, o strutture grandi in cui con troppa facilità c' è un ricambio di educatrici ( per maternità, malattie prolungate, turni che costringono a cambiare più volte nell' arco di una giornata la figura di riferimento) non sarebbero certo esperienze piacevoli per un bambino piccolo.
" Nessun genitore, in attesa di un figlio o dopo la sua nascita, vuole sentirsi dire che andare a lavorare e lasciare il proprio figlio con una persona pagata per prendersi cura di lui può essere dannoso. Ed è ancora più scomodo prendere in considerazione un' ovvia e pratica soluzione: quello di accettare qualche piccolo sacrificio economico e personale, per consentire a uno dei due genitori di rimanere a casa per un paio di anni, o fintanto che il bambino non sia veramente in grado di comprendere il motivo per cui papà e mamma sono assenti per la maggior parte del tempo". ( Isabelle Fox, Sempre con lui)
Ci rendiamo conto che questo ragionamento potrebbe sembrare assurdo ed improbabile a molti. Tuttavia sempre più professionisti nel campo dell' accudimento infantile concordano nell' affermare che: "almeno cinque delle principali problematiche sociali derivino in parte dall' assenza di continuità e dal conseguente scarso attaccamento del bambino in età molto precoce nei confronti dei genitori e/o di altre figure di riferimento". Questa affermazione, tratta da "Sempre con lui" di Isabelle Fox si riferisce a problemi sociali sempre più diffusi tra cui: problemi/ abbandono scolastico, elevato rischio di comportamenti delinquenziali, difficoltà nello stabilire relazioni intime, depressione e altre gravi malattie mentali, abuso di alcol e droga.
(Non entriamo nel dettaglio di una questione così ampia e delicata, ma per chi fosse interessato ad approfondire suggeriamo sicuramente la lettura di questo libro).
Per quanto ci riguarda, ovviamente non crediamo che la scelta di affidare ad altri il proprio bambino porti a queste conseguenze con certezza statistica, bensì che potrebbe essere un fattore determinante per una scarsa fiducia nel mondo e nelle relazioni. Non tanto per il fatto di non avere avuto i propri genitori sempre presenti, quanto piuttosto il fatto di essere passato da una figura di riferimento all' altra e il momento dell' affidamento ad altre persone sia avvenuto in modo superficiale e sbrigativo.
Come sempre ci piace specificare che la nostra posizione non assume mai un unico colore definito, preferiamo le mille sfumature che caratterizzano ogni storia e ogni persona. Per questo ci rendiamo conto che i fattori che possono determinare in modo più o meno positivo la vita di ognuno siano davvero tanti e complessi. Semplicemente abbiamo voluto far luce su alcuni aspetti che ci stanno a cuore.
LA NOSTRA ESPERIENZA
Non
sono sacrifici, sono scelte. Vivere è scegliere, le giornate hanno
solamente ventiquattro ore e chi fa una cosa non può farne un' altra
contemporaneamente. Scegliete quello che in ogni momento vi sembra
opportuno, e basta. Chi fa quel che vuole non sta rinunciando, sta
riuscendo; non si sacrifica, ma trionfa ".
Carlos Gonzalez "Besame Mucho"
Abbiamo atteso e accolto Maya come un ospite sacro, il più sacro che ci sia, per questo a lei abbiamo voluto riservare fin da subito il meglio del nostro tempo, delle nostre attenzioni e delle nostre energie. Per fare questo abbiamo dovuto aver chiara la nostra scala di priorità e prendere delle decisioni: prima fra tutte la scelta che solo uno di noi lavorasse fuori casa, in modo che l' altro potesse occuparsi interamente di nostra figlia.
Abbiamo scelto di investire su di lei anziché in una casa di proprietà o in beni che richiedono necessariamente due entrate fisse. Questo perché vogliamo essere noi ad accompagnarla nella sua crescita, essere presenti ad ogni sua conquista ( i primi passi, la prima parola, lo stupore sul suo viso per ogni sua scoperta, quando impara a salire sullo scivolo o ad usare il vasino), essere con lei per consolarla e tranquillizzarla quando si sente spaventata da qualcosa o qualcuno.
"I momenti magici arrivano senza preavviso e la dura verità è che quelli perduti sono perduti per sempre". ( Penelope Leach )
Siamo arrivati alla scelta di essere genitori a tempo pieno interrogandoci e mettendoci in discussione.
Di fronte all' ipotesi che anche Elisabetta rientrasse al lavoro dopo pochi mesi dalla nascita di Maya ci siamo posti delle domande: basteranno le serate e i fine settimana a garantire a noi e a nostra figlia un bagaglio di esperienze condivise?
La nostra conclusione è stata che quelle ore sarebbero state importanti sì, ma sicuramente insufficienti per portare avanti il nostro progetto educativo e familiare.
Per noi avrebbe significato dedicarle ritagli di tempo, entrambi stanchi per le ore di lavoro, probabilmente spesso nervosi, cercando di recuperare tutte quelle attenzioni mancate durante la giornata, magari aspettandoci o pretendendo che alle sette di sera lei fosse disponibile a giocare con noi e farsi coccolare. Molto probabilmente a quell'ora lei sarebbe stanca, oltre che anche un po' irrequieta e nervosa, divisa tra la voglia di stare finalmente con noi e la rabbia perché non ci siamo stati per molte ore.
"Tempo fa ho letto il commento di una madre che, stanca di ascoltare critiche, aveva deciso di sostituire "adesso non lavoro" con "sto lavorando ad un progetto pilota di psicologia applicata; stiamo studiando l' effetto dell' attenzione continua personalizzata sullo sviluppo psico-affettivo del lattante". Sembrava così complicato che nessuno si azzardava a chiedere maggiori dettagli, e così non venivano a sapere che la ricercatrice era lei, il soggetto dello studio era suo figlio, il centro di ricerca era la sua casa... e non la pagavano per il lavoro." (Carlos Gonzalez, Besame Mucho)
Crediamo poco nel mito della "qualità del tempo".
Nel nostro progetto educativo e familiare pensiamo che sia proprio il tempo a giocare un ruolo fondamentale.
Spesso ci capita di sentire lamentele a proposito della presunta cattiva
educazione o condotta dei bambini del giorno d' oggi, sostenendo
che un tempo le cose erano ben diverse per merito di una dura disciplina e di
un' educazione rigida. O talvolta, per comodità, si da colpa alla società, alla
televisione o alla scuola.
Ovviamente siamo assolutamente contrari a metodi educativi rigidi, punitivi, basati sull' imposizione anziché sul dialogo, sul rispetto e sulla fiducia. Va anche detto che essere genitori non è semplice, è un lavoro impegnativo.
Ovviamente siamo assolutamente contrari a metodi educativi rigidi, punitivi, basati sull' imposizione anziché sul dialogo, sul rispetto e sulla fiducia. Va anche detto che essere genitori non è semplice, è un lavoro impegnativo.
Ma anche essere bambini oggi non è semplice: si viene al mondo catapultati in una realtà davvero complessa e precaria, soprattutto per le relazioni, in cui sembra ci sia l' abitudine sempre più diffusa ad ignorare i bisogni dei più piccoli.
Proprio per questo crediamo profondamente che affinché Maya cresca in un
ambiente sereno, equilibrato, in cui ci sia disponibilità a parlarsi e
ad ascoltarsi, sia fondamentale dedicarle e dedicarci del tempo. Come pensare di
trasmetterle modelli positivi, trasmetterle messaggi di fiducia verso il
mondo e verso gli altri, in modo
sbrigativo o nei ritagli di tempo?
Anche in questo caso si tratta di scelte. Per noi, per la nostra storia, per i nostri progetti e per le nostre priorità è fondamentale prenderci il tempo necessario per stare con nostra figlia.
E in questo tempo che mettiamo a disposizione è fondamentale avere una buona disponibilità e predisposizione, elementi che se lavorassimo entrambi lascerebbero il posto allo stress e alla stanchezza.
Probabilmente c'è qualcuno che ne è capace, ma per noi sarebbe impensabile credere di poter concentrare in un paio di ore al giorno, per ogni giorno lavorativo, tutti gli scambi che in realtà riusciamo ad avere con Maya in un' intera giornata.
E' in questo senso che abbiamo deciso di investire su di lei e sulla nostra famiglia. Siamo certi che il lavoro di adesso, la scelta di gettare queste basi sicure siano una garanzia per il futuro, un investimento che darà frutti sicuramente positivi.
Essere genitori a tempo pieno non significa essere perfetti o genitori ideali, con la presunzione o l'aspettativa di crescere figli perfetti o ideali. Noi stessi non ci riteniamo genitori da manuale (e meno male), solo che per quanto ci riguarda, siamo certi che se avessimo fatto un altro tipo di scelta saremmo stati un disastro!
Capita quotidianamente anche a noi di avere dubbi, paure, di commettere errori e crediamo sia assolutamente normale avere momenti di nervosismo, di stanchezza, di poca disponibilità, di distacco, di rabbia.
Capita quotidianamente anche a noi di avere dubbi, paure, di commettere errori e crediamo sia assolutamente normale avere momenti di nervosismo, di stanchezza, di poca disponibilità, di distacco, di rabbia.
Però il fatto di essere sempre presenti ha dato sicuramente fin da subito la possibilità sia a noi che a nostra figlia di conoscerci reciprocamente. Forse proprio il fatto di viversi così in pieno, fino in fondo, con le nostre fragilità e debolezze, fa sì che si possa costruire un rapporto di fiducia e di trasparenza.
Al resto ci penserà la vita. A noi basta sapere di avere fatto il possibile per dare a nostra figlia tutto l' amore di cui siamo capaci, che non passa solo dai piccoli gesti quotidiani più o meno materiali e concreti, ma soprattutto attraverso il tempo trascorso insieme.
E' questa l' impronta che vogliamo lasciare nella sua vita, ciò che vorremmo si portasse nel suo bagaglio: tanti momenti, immagini e ricordi felici.
E' questa l' impronta che vogliamo lasciare nella sua vita, ciò che vorremmo si portasse nel suo bagaglio: tanti momenti, immagini e ricordi felici.
"... credo proprio che la scelta della nostra famiglia sia all' avanguardia. Essa va nel senso del rallentare, della decrescita felice, di una qualità di vita che si misura in autonomia e dignità, piuttosto che in denaro, comodità o prestazioni. Essere accanto ai miei figli è uno dei fattori quotidiani, con cui questa scelta si traduce in realtà.
Essere lì, a portarli con sé ovunque, in braccio, ad allattarli, ad accudirli, a dormirci assieme. Essere lì, per mostrar loro come vivere, come fare le cose; per ridere con loro; per rispondere alle loro domande; per arrabbiarsi e concedersi l' opportunità di rinsavirsi. Avere il tempo di occuparsi assieme di tutto quello che la vita porta... nel bene e nel male. E' un vantaggio per tutti: per i figli, per la madre e per il padre, per gli altri.
In questo mondo frenetico, così carente di ossitocina e di prolattina, l' immagine concreta di una madre, assieme ai suoi figli, e di un padre, presente e solidale con loro/lei può rivelarsi un balsamo per l' anima."
Clara Scropetta, Ottobre 2008 ( Tratto da "Sempre con lui" di Isabelle Fox )
Andrea, Elisabetta
Genitori-Consapevoli
Andrea, Elisabetta
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